martedì 29 ottobre 2013

Play As You Go: Dark Souls Prepare To Die Edition #02

Il muro iniziale è abbattuto, ora la partita a Dark Souls ha preso una piega un po' più digeribile. Il gioco resta difficilissimo e impietoso, soprattutto con il tempo del giocatore che devasta e spreca senza rispetto. Ci vuole pazienza e tanta furbizia, ma alla fine... SI. PUÒ. FARE

WARNING: Darks Souls Spoilers ahead!

Abbandono il pyromancer con cui ho tentato la prima volta e scelgo il cavaliere, un tank che permette di incassare qualche colpo in più.

Il gioco inizia a Undead Asylum, una specie di anticamera/tutorial dove viene offerta al giocatore la possibilità di familiarizzare con i controlli. Il primo boss, un demone maiale alato, dimostra subito di che pasta è fatto il gioco. Nonostante gli attacchi potenti è lento e girandogli intorno e assestando i colpi solo quando è sbilanciato dal suo attacco si riesce a venirne a capo senza difficoltà. Fondamentale assestare il primo colpo saltando giù dal balconcino. Sbrigata la pratica il giocatore si avventura sulla cima di un'alta torre e viene afferrato da un corvo gigante che - rispettando la sua fama di psicopompo - trasporta il giocatore a Fantasilandia, terra di allegria e buonismo smielato.

La prima difficoltà è capire dove andare. Alcune direzioni sono precluse dalla ricca bastardaggine dei nemici che si incontrano. Dopo aver ricevuto consigli preziosi dal cavaliere accampato vicino al falò di Firelink Shrine ho capito che la strada migliore era salire verso Undead Burg per suonare la prima delle due campane. Questa rocca diroccata ospita un manipolo di nemici ancora gestibili e un grosso boss minotaurino. La difficoltà di questo boss è tutta nello scenario ristretto (cosa che a quanto pare caratterizza un po' tutti gli scontri importanti). Sulle mura del castello una volta messi all'angolo non si può che soccombere. La prima cosa da fare è liberarsi dei due scheletrelli cecchini in cima alla torre. Ho letto di due tipi di approcci consigliati: il primo è quello di tempestare il caprone con palle di fuoco o bombe, ma è semplicemente troppo veloce e resistente per questo; adottando il secondo (ovvero "risalire sulla torre, attaccare dall'alto, attirare il boss lontano dalla torre, rotolargli tra le gambe e ripetere") ha portato il risultato. Questo primo vero scontro ha richiesto una quantità notevole di grinding, level-up, acquisti oculati e tentativi, ma la soddisfazione di aver vinto è stata impagabile!

Al passo successivo ci spostiamo a Undead parish e incontriamo un simpatico dragone, un altro incremento verticale della difficoltà. Infatti il rettile volante soffia fuoco e spazza via tutto senza alcuna difficoltà, anche i nemici. Attaccarlo è impossibile e inutile. In compenso dotandosi di una pazienza notevole (che per questo gioco serve tantissimo) e di una faretra stipata di frecce si può sfruttare una zona protetta sotto al ponte per colpire ripetutamente la coda. Questa pratica apparentemente superflua dà accesso già in questa fase di gioco a un'arma potentissima, una spada che va assolutamente conquistata per rendere più vivibile il seguito.

Sgattaiolando sotto il temibile nemico sputafuoco ci si trova presso un'ampia scalinata che conduce alla chiesa. Prima di affrontare la scalata del campanile mi sono inoltrato un po' di più nella zona scoprendo un falò e un fabbro. Da questa torre si può scendere fino a un boss che somiglia a un tritone. Avvicinarsi significa soccombere, mentre ingaggiare un duello a distanza a colpi di frecce e schivare (facilmente) i suoi fulmini globulari è più conveniente.

Proseguendo ci si inoltra nel Darkroot Garden, infestato da una specie insidiosa di piante animate che si tende a sottovalutare (a proprio rischio). Inquietante la discesa verso Dark Basin - interrotta per insufficienza di prove.

In fondo al giardino un boschetto ospita dei giganti addormentati che si rialzano quando il giocatore si avvicina. Coperti da una pesante armatura sono capaci di lanciare un incantesimo di rallentamento davvero fastidioso. C'è di bello che durante il lancio dell'incantesimo sono vunerabili. Il problema è che - oltre alla forza e alla lunghezza della spada - sono anche accompagnati dalle erbacce cattive. Ripulire l'intera zona è una bella impresa, ma non strettamente necessaria. Dietro un muro illusorio nelle vicinanze c'è un falò che rende la zona ideale per un po' di grinding. Il boschetto è l'ingresso per un altro combattimento opzionale con un boss, la Moonlight Butterfly. Non ho affrontato lo scontro e sono invece tornato indietro sino alla chiesa.

La chiesa è protetta da un samurai corazzato gigante stile Sucker Punch. Lo scontro non è facilissimo, come sempre bisogna sfruttare il momento opportuno dell'attacco dell'avversario e infilare la propria stoccata piuttosto che cercare di essere molto aggressivi. La parte interessante è che questo miniboss non ha respawn e che fa la guardia a una firekeep soul, necessaria per rafforzare la fiaschetta Estus.

La parte superiore della chiesa è protetta da uno spellcaster molto fastidioso, ma la difficoltà principale è rappresentata da un'orda di zombie di infimo livello che attaccando insieme diventano letali.

Una bella ripulita per trovare tutti i segreti poi via, sul tetto.

Lì i gemelli del (gar)go(y)l(e) dimostrano una certa versatilità: volano, attaccano con una lunga alabarda, soffiano fuoco, si danno il cambio. Senza aver guadagnato quei due o tre livelli all'uopo affrontare questo boss sarebbe stato veramente fonte di bestemmie. Dopo la loro morte riceviamo alcuni gingilli interessanti, inclusa una chiave che permette rapidamente di raggiungere Undead Burg.

Altre avventure attendono all'orizzonte.

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