domenica 20 novembre 2011

Play As You Go: The Witcher 2 #07

Letho (nessuno spoiler qui, no?) si rivela un osso più duro del previsto. Tanto per cominciare la lunga sequenza "teleguidata" prima dello scontro non lascia il tempo per bere le pozioni.

In momenti come questi la scelta di limitare l'uso delle pozioni alle fasi di meditazione è in conflitto con altre scelte di design. Lascia un po' perplessi perché non sempre i combattimenti sono prevedibili con la precisione necessaria: le pozioni non durano a lungo, i dialoghi richiedono tempo e l'unica soluzione resta quella di riprendere un vecchio caricamento e predisporsi col senno di poi. Ora: si potrebbe discutere sul realismo di questa impostazione, ma francamente in un gioco in cui la gente poi lancia palle di fuoco dalle mani... questa botta di realismo se la sarebbero potuta risparmiare.

Tornando alla difficoltà del combattimento: anche ammesso che io appartenga a quella categoria di giocatori (ormai) occasionali e arrugginiti, il problema è anche quello di una risposta non sempre pronta di Geralt ai comandi, accompagnata dal consueto Valzer della Telecamera che a volte lascia al buio. Chiaramente - come già detto per il Keyran - insistendo e raffinando ulteriormente la propria padronanza delle mosse, delle possibilità offerte dall'alchimia e dell'uso dei segni il combattimento diventa più controllabile. Mi sembra però che ci siano questi picchi di difficoltà mal calibrati.

Aggiungo anche che nella mia penultima partita si sono verificati due episodi involontariamente comici mentre seguivo Zoltan verso il covo di Iorveth: stavo facendo shopping en-passant, e mi sono fermato da Fioravanti per acquistare l'ultimo ingrediente per l'armatura Keyran. Lì per lì il commerciante italo-polacco-americano mi ha ignorato. Ma qualche centinaio di metri dopo il dialogo e il personaggio si sono materializzati dal nulla. Per fortuna, altrimenti avrei dovuto affrontare Letho con il giubbottino Tucano Urbano in dotazione. Più avanti ho assistito al feroce scontro di mostri ragno sullo sfondo durante il dialogo con gli scoiattoli di Iorveth, impassibili. Chiaramente appena loro si sono allontanati i mostri hanno attaccato Zoltan e Geralt. Si tratta di un dilemma interessante, in generale, sulla contraddizione di elementi diversi del gioco: la necessità di creare un ambiente vivo e autonomo (i mostri erranti che combattono tra loro) con la parte di scripting (Zoltan che scorta Geralt, il dialogo con gli Scoiat'l). Nel primo episodio quando spuntava un mostro le guardie armate lo attaccavano fianco a fianco con Geralt. Un piccolo passo indietro? Comunque in generale il gioco mostra più pregi che difetti, e la frustrazione per la difficoltà di certi passaggi era presente anche nel primo.

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